Patrimonio finanziario e immobiliare al centro del Silver economy forum
Il patrimonio ha tenuto banco nel corso della sessione pomeridiana che ha chiuso la prima giornata di Silver economy forum a Genova. Patrimonio finanziario e immobiliare, in particolare, sono stati i due temi affrontati dai relatori provenienti dal mondo assicurativo, bancario e previdenziale.
Oltre ai prodotti specificamente pensati per il segmento senior (ne parliamo negli articoli dedicati a Generali e Intesa Sanpaolo), è stato toccato il tema della pianificazione finanziaria: ne ha parlato Claudio Pacella, presidente e ad di 65Plus, spiegando che «è fondamentale la sua razionalizzazione nella cosiddetta fase di “decumulo”», soprattutto considerando il nuovo senior, cioè quello che compie una vita sana, attiva e sociale nel corso della sua seconda giovinezza: «Salute e socialità nell’invecchiamento costano, perciò è opportuno tenerne conto nel proprio piano finanziario». A questo proposito, Pacella fa riferimento anche ai vari strumenti a disposizione per il recupero di risorse, dalla nuda proprietà al prestito vitalizio e snocciola un dato sorprendente: «Il patrimonio immobiliare degli anziani è di circa 3 mila miliardi di euro. Pensiamo al volano economico che potrebbe rappresentare lo sblocco di anche solo una piccola percentuale di queste risorse».
Rimanendo in tema di patrimonio immobiliare, un progetto interessante nell’ambito dell’economia d’argento è quello presentato da Giorgio Fiorini, direttore centrale di Patrimoni e archivi Inps.
Il progetto, pionieristico in Italia, punta alla ristrutturazione di una parte di patrimonio immobiliare dell’Inps (che ha complessivamente un valore di 3 miliardi di euro) costituito prevalentemente dalle cosiddette strutture sociali, principalmente ex colonie e case per ferie. La ristrutturazione sarebbe a carico del fondo i3 Silver, appositamente creato, partecipato da Inps e dal fondo I3 Core. «Il fondo nasce con una vita di 25 anni − spiega Fiorini − e in quest’arco di tempo dovrà ristrutturare, affidare in gestione a privati e recuperare la redditività da ripartire ai quotisti, tra cui l’Inps, che hanno partecipato alla creazione del fondo».
Gli immobili sono destinati a diventare strutture residenziali da un minimo di 30 a un massimo di 80 appartamenti. Tra queste, anche un immobile ligure, sito nello spezzino: «La struttura di Lerici, che era affittata a uso ufficio − descrive Fiorini − non sarà tra quelle che partiranno per prime, perché è ancora in una fase di analisi. È stata proposta, perché la posizione è ovviamente di eccellenza, ma ha un problema: è forse un po’ piccola per essere sufficientemente redditizia in un progetto di questo tipo, difficilmente arriveremmo a realizzare 30 appartamenti. Dovremo ancora approfondire, nel frattempo il progetto diventa operativo con altre cinque strutture».
Mentre Lerici resta sotto analisi, sono pronte a partire per i primi lavori di ristrutturazione a luglio l’ex colonia di Venezia Lido Alberoni, la casa Rosa Maltoni Mussolini a Giulianova, l’ex convitto femminile a Spoleto, l’ex colonia Marina di Cesenatico e Villa Pullè a Verona.