Genova potrebbe diventare in tempi non troppo lunghi, grazie ad accorti investimenti, una capitale della “silver economy”? E’ la provocazione-proposta che parte con il convegno di domani e dopodomani dietro iniziativa dell’assessore allo sviluppo del Comune di Genova, Giancarlo Vinacci. Manager di lungo corso, ora dedito all’attività (ma sempre con mentalità imprenditoriale) pubblica e politica, è convinto che Genova – per il suo clima, per la qualità della vita e per la bellezza intrinseca della sua struttura urbana – possa interessare come residenza parziale o totale (stagionale) fasce di ultrasessantenni in buone condizioni di salute e in buone condizioni economiche.
Un progetto in particolare si fa facendo strada tra i potenziali progetti comunali: trasformare in un residence elegante l’ex ospedale psichiatrico di Quarto che è ancora in stato di abbandono. La posizione geografica e strategica, gli spazi ampi, giardini, terrazze possono essere un richiamo importante e interessante. Accanto al “caso” di Quarto, secondo Giancarlo Vinacci ci sono una quantità di altri “appeal” di Genova. Offerte artistiche, paesistiche, gastronomiche, di teatro e di divertimento. Anche se si tratta di eventi con scadenze annuali o anche di più, proposte come l’Euroflora, il Salone Nautico e novità che potranno emergere con la realizzazione del “blue print” di Renzo Piano alla Fiera possono essere importanti calamite.
Secondo Vinacci, occorre studiare un ampio ventaglio di offerte e di occasioni per creare attrazione, senza contare che Genova, assai più allettante come vita quotidiana rispetto a Milano e a Torino, non è un deserto lontano dai servizi sociali e assistenziali, perchè dispone di ospedali, cliniche e strutture assistenziali esattamente come qualsiasi altra grande città. Si tratta, anche in termini di offerta che può produrre business – ovvero benessere e occupazione – di trovare una fitta rete di mercato per fasce di età che sono sempre più numerose, anche perchè la vita si allunga e, proprio Genova, sta diventando la città italiana dove la vita è più lunga. Secondo l’assessore allo sviluppo il progetto dovrebbe andare oltre alle offerte di qualità per le fasce benestanti più anziane, ma occorrerebbe puntare su una riflessione relativa alla occupazione delle fasce giovanili. Tutto sommato, per i motivi sovraesposti, anche ai giovani non dispiace vivere a Genova, una dimensione più gradevole e umana dell’esistenza.
La “fuga” soprattutto dei cervelli è legata alla ricerca di lavoro. Ma se Genova accetta la sfida di diventare una capitale della tecnologia d’avanguardia e delle sempre più sofisticate imprese portuali, l’attrattiva per i giovani resiste, anche perchè, è stato calcolato con precisione dalle società di ricerca, la vita in costa meno rispetto a Milano, soprattutto le locazioni delle abitazioni.Certo, siamo ancora ai primi passi d’un impegno che richiede un’azione costante e una ricerca di capitali che però possono essere attratti da una crescita obiettiva del business. A questo punto, la “silver economy” ovvero l’economica di chi ha i capelli ormai d’argento può trovare davvero un campo con un potenziale fecondo. Potrebbe essere una nuova fisionomia di Genova, una città che, nei secoli, ha sempre inventato mercati, moltiplicando i suoi investimenti. E’ una ipotesi non trascurabile perchè si sposa con altre realtà economiche del territorio e non è in assoluto contrasto. Qualcosa di più del cosiddetto “sviluppo sostenibile”.