Silver economy forum: l’importanza delle comunità vicine alle persone affette da demenza

By Giugno 15, 2018altraeta.it

In un Paese, l’Italia, e soprattutto in una regione, la Liguria, in cui la situazione demografica si proietta verso numeri preoccupanti (+33,8% di over 85 da qui al 2030, -1,8% di under 15, un indice di vecchiaia pari a un giovane ogni tre anziani, dati Istat), il mantenimento di una condizione di vita accettabile nella comunità per una persona affetta da demenza senile (ma non solo) è un requisito fondamentale per dare una risposta a queste proiezioni.

Proprio in questa direzione punta il progetto delle Dementia Community Friendly, un riconoscimento conferito da Federazione Alzheimer Italia con l’obiettivo di trasformare la città o il paese in una comunità più vicina alle persone affette da demenza. È quanto sta accadendo a Recco, per ora uno dei dieci casi in Italia e l’unico in Liguria, che potrebbe essere presto seguito da Imperia e Rapallo. A parlarne, questa mattina nel corso del Silver economy forum, a Palazzo Tursi a Genova, è Ernesto Palummeri, geriatra e coordinatore Rete regionale demenze Regione Liguria.

«L’obiettivo di questo programma è quello di creare una vera e propria comunità “a misura” di persone affette da demenza – descrive Palummeri – il che significa trasformare la città o il paese in questione in un luogo in cui le persone con demenza siano comprese, rispettate, sostenute e fiduciose di poter contribuire alla vita della loro comunità. Gli abitanti stessi, dunque, comprendono la demenza e, nello stesso tempo, le persone affette da queste patologie si sentono incluse e coinvolte, e avranno così la possibilità di scegliere e di controllare la propria vita». Moltissimi gli ambiti di attività coperti: i servizi, la casa, i giovani, i gruppi religiosi, i trasporti, le banche, il commercio, i servizi pubblici, verso i quali vengono svolte attività di sensibilizzazione, formazione e coinvolgimento.

Il progetto è promosso dalla Federazione Alzheimer e da altre associazioni di familiari, nell’ambito dell’Action group europeo sulle demenze, cui partecipa il ministero della Salute e l’Iss ed è attuato dal Comune. Alisa attua il monitoraggio e fornisce supporto tecnico ai Comuni che attivano la progettazione: le Asl attuano il monitoraggio e danno supporto per i territori di loro competenza.

Nel corso del suo intervento, Palummeri ha mostrato diversi dati rilevanti sulle proiezioni demografiche liguri. Secondo l’Istat, da qui al 2030 la natalità resterà una delle più basse d’Italia, la mortalità stabile. La vita media si allungherà e passerà dagli 80,1 anni agli 82,9 per i maschi e dagli 85 agli 87,4 anni per le femmine. «Ma un dato ancora più significativo è il cosiddetto “Potential support ratio”, cioè il rapporto tra la popolazione attiva in grado quindi di assistere l’anziano e gli anziani stessi», spiega Palummeri.  In Italia il valore è pari a 2,7, ma considerando solo la sfera di popolazione femminile (generalmente quelle più dedita all’assistenza), si abbassa ulteriormente a 1,3. In Liguria il valore è pari a 2, ma il rapporto cambia in 1 a 1 prendendo in considerazione solo le femmine tra i 20 e i 64 anni. Significativo il confronto con il resto del mondo: in Europa l’indice è del 3,4, mentre diventa 4,8 in Oceania, 7,6 nell’America Latina, 8 in Asia e ben 12,9 in Africa.